mercoledì 21 luglio 1993

L'autunno del partito-stato


mercoledì 21 luglio 1993
 

Un appello contro l'egemonia del partito-stato della Toscana lanciato a Prato dal gruppo di studio "Tradizioni & Libertà".Il gruppo univa esponenti civici, verdi, della Rete, ribelli della sinistra e figure del centro e della destra cittadina. L'appello fu firmato da Guido Sensi (poi diventato consigliere provinciale di AN a Firenze), Mauro Vaiani (dal 1995 esponente di Insieme per Prato), Luciano Veracini (nel 1993 esponente della Rete a Prato). L'ultima versione fu corretta con l'aiuto di Francesco Mandarano (nel 1993 consigliere indipendente al comune di Prato, ex PCI).



L' autunno
del partito-stato



Per la prima elezione diretta del sindaco non sosterremo alcun candidato del PDS. Questa è la nostra scelta. Chi conosce la nostra storia e la gratuità del nostro impegno sa che non è stata facile, che non era scontata, che nasce da lunghe riflessioni realizzate nell'ambito del nostro gruppo di lavoro culturale e ambientale, attivo nell'ambito della Rete e luogo di incontro per persone di diversa ispirazione culturale e convinzione politica.
Consideriamo il PDS del Distretto pratese un partito-stato, negativamente pervasivo della società e delle istituzioni. Intendiamo favorire l'emergere, sulla base di alcuni valori, di un candidato diverso, anche se in parte distante dalla nostra cultura e sostenuto da uno schieramento eterogeneo. Di valori ne proponiamo tre, che ci sembrano importanti per rianimare la nostra città sfigurata, dove gli apparati hanno soffocato l'etica della responsabilità diffusa ed ogni ideale di buongoverno.
Primo, un rilancio culturale ed ambientale. Abbiamo bisogno di libertà, cultura, attaccamento alla nostra terra, uniche vere sorgenti di un rilancio economico e sociale a lungo termine. Dobbiamo salvare l' antica qualità della vita di cui i pratesi hanno goduto attraverso la dimensione umana dei nostri cinquanta paesi. Dobbiamo proteggere il nostro territorio, devastato da lugubri palazzi e da squallide costruzioni in vetrocemento volute da affaristi privi di amore per Prato, epigoni di una falsa modernità. Un candidato nuovo deve far propria questa idea di rilancio culturale e ambientale. Non solo per noi, ma anche per le future generazioni.
Secondo, un ritorno alla legalità. Tutta la società ha bisogno di essere responsabilizzata e di liberarsi dalle omertà sin qui contrabbandate come fedeltà al partito. Dobbiamo pretendere dallo stato e dalla regione cambiamenti di personale dirigente e di organizzazione. Gli uffici statali e regionali erano forse fedeli al vecchio regime, ma hanno avuto ben poco ascolto per le ingiustizie fiscali, per l'insicurezza dovuta alla penetrazione criminale e mafiosa, per la lentezza giudiziaria.
Terzo, una ritrovata indipendenza spirituale, prima che politica, del vertice cittadino. Questo, che dovrebbe essere normale, a Prato è rivoluzionario, perché la politica è ancora nelle mani di funzionari, di dipendenti pubblici con orari privilegiati, di finti imprenditori. Il nostro prossimo sindaco deve essere libero da logge, partiti, appartenenze più o meno inconfessabili e lo deve dimostrare nominando, sin dalle prime battute della campagna elettorale, vicesindaco e assessori.
Un sindaco candidato che si muova a partire anche da questi tre valori, non può venire dal partito-stato. Se una persona di quell'apparato avesse voluto provocare una rottura, una discontinuità, sarebbe già accaduto. Né può venire dai sopravvissuti del consociativismo reale delle commissioni edilizie. Può venire solo da quella parte di società pratese estranea agli apparati e decisa ad uscire dall'autunno del partito-stato.
Il partito-stato antepone al bene comune l' interesse della propria nomenklatura. E' inutile girarci attorno. I singoli possono essere disinteressati, ma il partito-stato li consuma e li usa per riprodursi. Altri partiti, che sono stati colonne della lottizzazione, sono pressoché scomparsi. Non c'è alcun motivo, se non l'opportunismo ed il trasformismo, perché il PDS del Distretto pratese sopravviva così come oggi si presenta nei gangli vitali dell'amministrazione e dei servizi.
Non sarà facile, ma se riusciremo a vincere avremo quattro anni di transizione, durante i quali potranno emergere nuovi dirigenti, amministratori, protagonisti culturali e civili. Potranno nascere nuovi poli politici, avanzati, centristi, moderati.
Alle persone e alle forze politiche rivolgiamo un appello ad incontrarsi. A partire dai valori troveremo insieme i modi per provocare dibattiti pubblici e primarie aperte a tutti i cittadini, dalle quali emergerà anche un candidato comune. Un cittadino che si faccia simbolo e strumento di una rivoluzione gentile contro il partito-stato e di un governo possibile di transizione.


Approfittando di una serata di amicizia, già convocata, del nostro gruppo di studio, Tradizioni & Libertà, vediamoci, fra persone disposte a questo tipo di ricerca, dopo il riposo estivo e dopo la festa della Madonna di Prato, per venerdì 17 settembre, alle ore 21, presso il circolo ACLI della Sacra Famiglia.


Prato, mercoledì 21 luglio 1993
Guido Sensi
Mauro Vaiani
Luciano Veracini
(riletto anche con Francesco Mandarano - definitivo)


Fonte: http://www.toscanalibertaria.org/cammino/1993-07-21-autunno-partito-stato.html (acceduto il 24 febbraio 2011) 

a cura di Mauro Vaiani (vaiani@unipi.it)

 

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